La lombalgia è la condizione muscoloscheletrica più comune al mondo, colpendo circa 568 milioni di persone. Si tratta di dolore nella parte bassa della schiena, a volte associato a radicolopatia, che può causare dolore, debolezza o intorpidimento per compressione o infiammazione dei nervi degli arti inferiori.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) punta alla copertura sanitaria universale, che include anche i servizi di riabilitazione per le principali patologie croniche. Per questo, ha avviato il progetto Rehabilitation 2030 per creare un Pacchetto di Interventi per la Riabilitazione (PIR) da integrare nei sistemi sanitari. In questo scenario, la prevenzione delle recidive della lombalgia acquisisce un ruolo fondamentale.

Quasi sette persone su dieci che guariscono dal mal di schiena avranno di nuovo dolore entro un anno. Studi mostrano che fare esercizio fisico, da solo o con l’aiuto di consigli ed educazione, può ridurre il rischio che il dolore torni, ma molti esercizi richiedono attrezzature speciali e una guida esperta, cosa che può essere onerosa. Gli interventi basati sull’esercizio studiati finora spesso prevedono infatti programmi di gruppo che richiedono la supervisione di un clinico e l’uso di attrezzature, con costi che possono essere elevati. Questi aspetti potrebbero renderli meno accessibili per i pazienti con lombalgia ricorrente. Camminare, invece, è un’attività a basso rischio, facile da inserire in uno stile di vita impegnato e accessibile a tutti, indipendentemente dal livello economico o dalla zona in cui si vive. Camminare offre molti benefici per la salute, come migliorare la salute del cuore, la funzione mentale, l’umore e ridurre il rischio di malattie croniche.

Lo studio WalkBack, realizzato tra il 2019 e il 2022, ha confrontato l’effetto un programma di camminata associato a informazioni su come gestire il mal di schiena rispetto a nessun trattamento in soggetti guariti da una forma acuta. I risultati hanno mostrato che la camminata associata all’educazione può ridurre notevolmente il ritorno del dolore. Poche sessioni con un fisioterapista qualificato, che supporta l’adozione di un programma di camminate e fornisce educazione, possono ridurre le recidive di lombalgia. Questo approccio, incentrato sull’autogestione da parte dei pazienti, è in linea con le raccomandazioni delle linee guida. L’intervento è relativamente facile da applicare su larga scala e potrebbe ridurre significativamente il peso della lombalgia e dei costi sanitari associati.

Un dato interessante è che il volume di camminata nel gruppo di intervento (minuti alla settimana) è raddoppiato nei primi 3 mesi, ma è tornato simile al gruppo di controllo dopo 12 mesi. Questo potrebbe essere dovuto a un aumento della camminata nel gruppo di controllo, influenzato dall’assenza di mascheramento o dall’impatto della pandemia di COVID-19. Inoltre, la mancanza di supporto continuo del clinico, l’assenza di un diario dopo 12 settimane e la presenza di infortuni agli arti inferiori nel gruppo di intervento potrebbero aver contribuito alla perdita di differenza tra i gruppi. Il ruolo dell’educazione è centrale nel favorire l’autogestione del mal di schiena. L’intervento WalkBack combina un programma di camminata personalizzato con sessioni di educazione, per aiutare i pazienti a gestire la loro condizione. L’educazione aiuta a superare la paura del movimento e i comportamenti da evitamento, facilitando il cambiamento necessario per prevenire la recidiva del mal di schiena. In questo modo, l’intervento non solo fornisce una soluzione pratica tramite l’esercizio fisico, ma anche un supporto educativo che rinforza la capacità del paziente di affrontare il problema in modo indipendente.

In sintesi, camminare con la supervisione di un operatore sanitario esperto può essere un modo efficace e a basso costo per ridurre il ritorno del mal di schiena. Questo approccio ha più probabilità di essere usato su larga scala rispetto ad altri tipi di esercizi, e potrebbe cambiare il modo in cui viene trattato il mal di schiena.