La scoliosi dell’adulto è, come quella del bambino e dell’adolescente una deformità tridimensionale del rachide. Negli adulti distinguiamo le scoliosi adolescenziali e infantili e le scoliosi “de novo” e degenerative. Questa classificazione, che si basa sull’età del paziente al momento della diagnosi, permette però di distinguere condizioni che hanno caratteristiche cliniche un po’ diverse.
La scoliosi che si è manifestata durante la crescita può progredire durante la vita adulta quando supera una soglia che viene collocata, sulla base della letteratura, intorno ai 30°. Il rischio in tali curve, ritenute di media entità, è abbastanza lieve, mentre aumenta per le scoliosi marcate, ovvero quelle oltre i 50°. I dati di letteratura riportano che una scoliosi oltra la soglia dei 30° può progredire con una velocità media di 0,5-1° all’anno e può causare dolore.
Quindi, se non gestita anche dopo la fine della crescita ossea, la scoliosi dell’adulto può peggiorare marcatamente, portando la colonna a curvarsi in maniera marcata.
Le scoliosi de novo e degenerative sono generalmente di entità lieve, superando in rari casi i 30°, ma sono molto frequentemente associate ai dolori. Si tratta di casi in cui la curva scoliotica si manifesta durante l’età adulta in una colonna vertebrale precedentemente dritta. Sono forme piuttosto frequenti e si stima che la percentuale di persone oltre i 65 anni che ne soffre sia circa il 37%.
Le scoliosi in età adulta devono essere sempre operate?
Non è obbligatorio operarsi per la scoliosi dell’adulto. La chirurgia è un’opzione da valutare attentamente se si è convinti di affrontare un intervento con rischi piuttosto alti, con tassi di complicanze anche molto alti. In un recente studio multicentrico, in un caso su 3 è stato necessario reintervenire.
Se la scoliosi è importante, causa dolore o sta peggiorando è opportuno impostare una terapia adeguata per migliorare la qualità di vita e ridurre il rischio di piegarsi completamente. La prima linea di difesa per la scoliosi dell’adulto sono gli esercizi che, se impostati in maniera personalizzata da un terapista esperto in patologie della colonna vertebrale, permettono generalmente di arrestare o frenare significativamente la progressione della scoliosi, migliorando dolore, qualità di vita e capacità di movimento.
Il corsetto (busto ortopedico per scoliosi) è largamente usato, soprattutto nelle versioni più leggere, tipo fasce steccate con e senza spallacci. Negli ultimi anni sono stati sviluppati degli strumenti più complessi, come il corsetto PEAK, che ha mostrato una certa efficacia nel miglioramento dei dolori in pazienti con grave scoliosi. Secondo studi recenti, un indossamento dalle 2 alle 4 ore al giorno permetterebbe un rapido e significativo miglioramento dei sintomi già nel primo mese, con un beneficio che tende a durare nel tempo e documentato nei successivi sei mesi. Sono attualmente in fase di studio altri protocolli di trattamento che sembrano molto promettenti. I corsetti per scoliosi su misura, regolarmente utilizzati nei bambini, possono essere applicati agli adulti, a condizioni di essere impostati in maniera meno aggressiva e di essere più elastici. Con questa nuova generazione di corsetti per scoliosi è possibile ottenere in molti casi un significativo miglioramento dei sintomi dolorosi, e persino una riduzione del ritmo di peggioramento della curva qualora questa stia evolvendo.
Negli anni, è stato impiegato con un certo successo nei confronti delle scoliosi dolorose degli adulti anche lo SpineCor, nato per la terapia della scoliosi adolescenziale e a quanto pare utile anche in queste situazioni, ma si tratta al momento di una terapia sperimentale.