Le radiografie per scoliosi sono spesso motivo di preoccupazione per le famiglie e per i pediatri a causa della giovane età dei soggetti che vi sono sottoposti. Tuttavia, sebbene le misurazioni della visita e i dati di alcuni strumenti moderni di valutazione della superficie del tronco possano permettere di ridurre il ricorso ai raggi X, non è possibile sostituire del tutto le radiografie per scoliosi. Il problema è infatti quello di vedere come siano allineate le vertebre, e questo non si può fare a meno di “guardare dentro”.
La preoccupazione per l’impiego delle radiografie è diffusa anche all’estero?
In parte no e in parte si. In molti paesi stranieri si ricorre all’esame radiografico molto più spesso di quanto non si faccia in Italia. I ragazzi sono sottoposti alle radiografie per scoliosi in media ogni 3-6 mesi. D’altro canto, ci sono anche medici che cercano di utilizzare di meno la radiografia per limitare i rischi connessi alle radiazioni, ma probabilmente oggi sono l’eccezione.
Qual’è la giusta cadenza per fare una radiografia per la scoliosi?
Dipende dal”età del paziente. E per stabilire una cadenza standard e una sorta di linea guida, gli esperti di SOSORT hanno scritto un Consensus, ovvero un articolo nel quale hanno concordato sulla base dei dati della letteratura e del parere degli esperti la frequenza delle radiografie per la scoliosi. Il risultato di questo accordo, che è stato pubblicato sulla rivista Scoliosis, vede il Dott Zaina tra gli autori, è un riassunto di informazioni e indicazioni che aiuteranno i medici a capire quando richiedere e quando evitare le radiografie. In linea di massima, possiamo sintetizzare dicendo che la cadenza annuale delle radiografie per scoliosi per i pazienti adolescenti resta valida, mentre per i bambini più piccoli c’è indicazione a ripetere le radiografie un po’ più spesso, anche ogni sei mesi.
C’è spazio per altri tipi di misurazioni e altri strumenti?
Certo che c’è spazio, anzi! L’utilizzo dello scoliometro di Bunnell è imprescindibile durante le visite mediche, così come risulta utile la valutazione con strumenti di superficie sebbene un vero standard e delle vere linee guida per questi strumenti ancora non esista, ed essi risultino al centro di importanti ricerche europee alle quali partecipa anche ISICO.
Inoltre, quando possibile, la radiografia EOS a basso dosaggio è fortemente consigliata, in quanto permette di ottenere le informazioni necessarie alla gestione clinica con una netta riduzione delle radiazioni come già spiegato nell’articolo Radiografie per scoliosi: quanto fanno male?