La scoliosi giovanile è tradizionalmente considerata più aggressiva di quella adolescenziale. Questo dipende da alcuni studi pubblicati in passato, che mostravano un ricorso alla chirurgia molto più frequente in questo tipo di scoliosi rispetto alla scoliosi adolescenziale. E sulla base di questi riscontri, la terapia è generalmente più aggressiva, iniziando prima e protraendosi per un tempo maggiore. Ma questo approccio è sempre giustificato? Secondo l’ultima pubblicazione del gruppo ISICO, curata dalla Dottoressa Donzelli
e che vede il Dott Zaina come coautore, non sempre la scoliosi giovanile è così aggressiva come ritenuto.
Ma prima di descrivere la ricerca di ISICO che ha permesso a questo gruppo di vincere il premio SOSORT Award 2014 per la ricerca nel campo della scoliosi, spieghiamo meglio cosa differenzia la scoliosi giovanile da quella adolescenziale. La scoliosi viene classificata in base all’età del paziente al momento della prima osservazione. Quando la scoliosi idiopatica viene diagnosticata prima dei 3 anni di età si parla di scoliosi infantile, tra i 3 e i 9 anni si parla di scoliosi giovanile e dopo i 10 anni fino alla maggiore età si parla di scoliosi adolescenziale. Purtroppo questa classificazione ha un grosso limite, in quanto non ci fornisce indicazioni utili sulla reale evoluzione della scoliosi prima della diagnosi, sappiamo solo che, prima si manifesta la scoliosi, più tempo c’è per un potenziale peggioramento. Per verificare se questo aspetto abbia un impatto sul risultato della terapia, sono stati confrontati i risultati del trattamento di un gruppo di pazienti con scoliosi giovanile che hanno iniziato il trattamento dopo i 10 anni e un gruppo di pazienti con scoliosi adolescenziale anch’essi trattati dopo i 10 anni. I risultati nei due gruppi sono stati analoghi. Questo significa, come spiega la stessa Dott.ssa Donzelli, che:
- Non tutte le scoliosi giovanili sono più aggressive delle adolescenziali, è verosimile che come accade per le forme adolescenziali, ci siano rari casi di curve ad alto potenziale evolutivo.
- In entrambe le tipologie il momento più a rischio è la spinta puberale, che favorisce l’evolutività delle curve sia nelle forme adolescenziali che nelle forme giovanili.
- L’efficacia dei corsetti, confermata nei mesi scorsi da un importante studio multicentrico condotto negli Stati Uniti, potrebbe spiegare questo risultato.
- A prescindere dal potenziale evolutivo della scoliosi un buon trattamento può evitare la progressività delle curve, garantendo ai pazienti una schiena funzionale a fine crescita.