Il dosaggio del corsetto ortopedico è fondamentale per ottenere risultati nella terapia della scoliosi idiopatica. Per questo motivo, un monitoraggio oggettivo e preciso dell’effettivo indossamento è un supporto fondamentale: non è affatto facile, anche se si è dotati delle migliori intenzioni, rispettare con precisione le indicazioni del medico. Ci possono essere degli imprevisti nella giornata che portano a togliere il corsetto una volta in più, per esempio un cambio maglietta più o meno rapido nei giorni più caldi. Oppure degli avvenimenti eccezionali dei quali poi si perde traccia. Per tutti questi motivi, i sensori per corsetti stanno diventando imprescindibili strumenti di supporto per la gestione del corsetto. I genitori dei ragazzi che usano questi dispositivi e così pure i ragazzi stessi sono molto contenti della loro applicazione. Poter verificare oggettivamente quello che accade quotidianamente la gestione e poi avere un riscontro e un confronto con il medico circa la gestione quotidiana è veramente importante, e sembra che possa fare la differenza nei risultati. Non basta infatti che i ragazzi sappiano di essere controllati, e non è questo lo scopo principale, ma è importante che vedano quello che hanno fatto effettivamente in termini di utilizzo del corsetto ortopedico. In questo modo possono correggere i loro comportamenti e migliorare la loro terapia.
L’esperienza nel resto del mondo non è sempre positiva come quella riportata da noi: nei lavori pubblicati dalla dottoressa Sabrina Donzelli, medico specialista del Centro ISICO, l’adesione al trattamento è estremamente alta. Al contrario, ci sono studi realizzati in altri centri in vari paesi del mondo che dimostrano che i ragazzi fanno fatica a raggiungere i dosaggi consigliati. Questo dipende spesso dalla gestione, più che dai ragazzi o dai corsetti in se. Un team motivato, guidato da un medico competente, formato e aggiornato sulla moderna terapia della scoliosi idiopatica, supportato da un bravo fisioterapista che sa entrare in sintonia con i ragazzi, e da un tecnico ortopedico che sa sdrammatizzare nei momenti più difficili come per esempio la prova del primo corsetto, può fare un mezzo miracolo, e aiutare i ragazzi, insieme ovviamente alla famiglia, in un percorso terapeutico che sicuramente non è tra i più semplici. I ragazzi hanno delle capacità e delle risorse incredibili, e tante volte è sufficiente stimolarli, guidarli, e soprattutto credere in loro!