La scoliosi è una deformità tridimensionale della colonna vertebrale che si piega di lato formando una curva sul piano frontale (quella che si vede in radiografia), ruota su se stessa determinando il gibbo, e riduce le curve della schiena vista di profilo (cifosi dorsale e lordosi lombare). E’ una patologia su base genetica e si presenta quindi con maggior frequenza in più membri di una stessa famiglia. La sua causa è sconosciuta nella maggior parte dei casi, pertanto viene definita idiopatica. Nel 20% circa dei casi è secondaria ad altre patologie, quali le deformità vertebrali congenite, alcune malattie neurologiche, del connettivo, muscolari.
In base all’età di prima osservazione vien definita neonatale, infantile, giovanile, adolescenziale, dell’adulto. La scoliosi tende ad evolvere verso un progressivo peggioramento durante la fase della crescita, in particolare durante lo sviluppo puberale. La prognosi per l’età adulta dipende dall’entità della scoliosi alla fine della crescita ossea: normalmente le scoliosi al di sotto dei 30° Cobb rimangono stabili salvo rare eccezioni. Le scoliosi oltre i 50° tendono a peggiorare anche in età adulta, solitamente 0,5-1° Cobb all’anno. Le scoliosi tra i 30° e i 50° non hanno un destino certo, ma i rischi sono proporzionali ai gradi.
Quali sono i problemi legati alla scoliosi?
I problemi sono vari, da quelli estetici, che spesso spingono i genitori a consultare il medico, al maggior rischio di mal di schiena in età adulta (la scoliosi non causa mai dolori durante la crescita), al rischio di progressivo peggioramento in età adulta, rischio di incurvamento prima di lato e poi in avanti, rischio di problemi respiratori. La soglia di rischio per l’età adulta, secondo i dati ad oggi pubblicati, è situata intorno ai 30° Cobb per quanto riguarda peggioramento e mal di schiena, mentre per i problemi respiratori si manifestano nelle scoliosi oltre i 70°.
Come si cura la scoliosi?
Le terapie per la scoliosi che hanno dimostrato scientificamente di essere efficaci nel fermare e persino far migliorare la scoliosi sono: gli esercizi specifici (non esercizi qualsiasi ma quelli di rinforzo basati sull’autocorrezione), i corsetti (busto ortopedico per scoliosi) a fasce (Spinecor), i corsetti rigidi, i corsetti gessati . Per i casi più gravi, oltre i 50°, che non rispondono al trattamento con corsetto/gesso e se le famiglie/pazienti lo desiderano, esiste l’intervento chirurgico.
Esistono anche rimedi “alternativi”?
I rimedi “alternativi”, bite, plantari, accorgimenti alimentari, omeopatia, manipolazioni (osteopatia, chiropratica, etc), singoli metodi (Mézières, Souchard, Rieducazione Posturale Globale -RPG- Metodo Raggi, Pancafit, Metodo Rovatti, Metodo Bertelé) non sono indicati e non dovrebbero essere usati per curare la scoliosi in quanto nessuno studio scientifico ne ha documentato l’efficacia, come riportato dalle Linee Guida Italiane per il Trattamento Conservativo della Scoliosi, le prime al mondo ad essersi occupate del trattamento non chirurgico della scoliosi. Tali indicazioni sono state riprese dalle linee guida internazionali di SOSORT, che sconsigliano fortemente i metodi privi di evidenza scientifica come quelli sopra citati.
A chi devo rivolgermi per la scoliosi dei miei figli, ortopedico o fisiatra?
Non basta la specialità in ortopedia né quella in fisiatria per saper affrontare una scoliosi. E’ necessario rivolgersi a chi vede tante scoliosi ogni giorno, perché si tratta di una patologia rara e infida, e ogni scoliosi mal gestita diventa un adulto rovinato. SOSORT ha stabilito dei criteri per la gestione del trattamento che possono essere letti sia in italiano che nella versione originale inglese e possono aiutare scegliere con maggiore tranquillità.
Per ulteriori informazioni potete visitare il sito del GSS.
Per ulteriori informazioni potete visitare il sito del GSS.
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